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Politica e societą

ITALIA

(Foto Stefania Cecire)

Accorata e numerosa la partecipazione al Convegno Nazionale Discipline Bionaturali e Liberalizzazione delle Professioni del 9 maggio a Torino.

Un evento/confronto di natura politica che lascia aperti scenari non sempre cristallini… Luci e ombre della gestione (o questione) italiana. Sarà l'Europa a risolvere quest'annosa querelle?…

 

di Nunzio Gentiluomo

La Sala Rosmini, con capienza 200 persone, in sold out. Nessun posto libero e almeno in una trentina in piedi per poter esserci, per poter testimoniare la loro presenza in quanto operatori delle discipline bionaturali. Nonostante il caldo afoso, hanno lasciato i propri dati, iscrivendosi, per così dire, al Convegno Nazionale Discipline Bionaturali e Liberalizzazione delle Professioni, organizzato da A.P.O.S. e D.B.N., I.A.S e Confederazione Nazionale Discipline Bionaturali, in circa 300.
Indipendentemente dalla disciplina pratica e dalla scuola di provenienza, e al di là della Federazione di appartenenza, una massa critica attiva rispondeva con applausi scroscianti e con mugugni di disapprovazione a quanto i relatori esponevano.
Moderati da Pierluigi Duina (Presidente Apos e D.B.N.) e da Fabio Zagato (Presidente I.A.S.), hanno presentato le proprie riflessioni e osservazioni, in ordine: il dott. Parisi (Ministero della Salute); il dott. Lorenzo Argolini (Segretario Generale di Apos e D.B.N.); il dott. Valter Vico che ha dato lettura delle comunicazioni degli assenti dott. Andrea Buquicchio (Consigliere Regione Piemonte) e della dottoressa Giuliana Tedesco (Assessore Attività Produttive del Comune di Torino); l'avv. Giuseppe Montanini (Vicepresidente COLAP); l'avv. Davide Gariglio (Consigliere Regione Piemonte); Davide Padroni (Responsabile Provinciale C.N.A.); il sig. Antonello Angeleri (Consigliere Regione Piemonte); il dott. Massimiliano De Pascalis (Segretario Generale Piemonte C.L.A.A.I.); e il dott. Riccardo Enrico Dinucci (Segretario Regionale del Piemonte del Partito Liberale). Ha concluso i lavori, intorno alle 20.00, dopo gli interventi di due partecipanti al Convegno, Fabio Zagato.
Nelle tre ore piene di discussione, sono emersi, fra gli altri, i seguenti temi: il vuoto legislativo in materia di D.B.N.; la questione del Piemonte, del Veneto e della Lombardia, con le loro circolari; i provvedimenti del Comune di Torino e di quello di Novara; la formazione; la tutela dell'utenza; le professioni sanitarie e quelle estetiche; la terapeuticità del tocco; la distinzione tra gli operatori delle D.B.N. e gli equivoci centri di messaggi gestiti da cinesi; un necessario cambio di mentalità per comprendere realmente le discipline olistiche; l'inaccettabilità e la non sostenibilità della subordinazione della professione degli operatori nelle D.B.N. rispetto alle estetiste. Grazie al dott. Argolini, in primis, e al dott. Montanini, in secundis, sono passati in rassegna decreti, leggi e sentenze. A partire dagli Articoli 35 e 41 della Costituzione Italiana (vedi in basso nota 1), e passando per l'Ordinanza n. 149 della Corte Costituzionale (2), si è giunti alla Proposta di Legge sulle Professioni non Regolamentate (3), approvata alla Camera il 17 aprile scorso. Da più parti si è inneggiato a questa libertà dell'esercizio professionale, necessaria anche per la crescita italiana. Bisogna, secondo il dott. Argolini, "togliere qualsiasi vincolo alla crescita economica del Paese", e, insieme ad altri, il Segretario Generale di A.P.O.S. e D.B.N. inneggia a questo importante atto legislativo che deve essere ancora vagliato dal Senato. Sicuramente servirà per fare chiarezza in questo mondo, sconosciuto ai più e "temuto" da molti.
In estrema sintesi, pareva che due fossero le linee incarnate negli interventi: da una parte sembrava che la questione delle circolari regionali e dei provvedimenti comunali fosse un cavillo legale, poiché quello che "noi operatori delle D.B.N." facciamo è garantito dalla libertà dell'esercizio professionale, cantata dai Padri Costituenti; dall'altra parte la stessa questione si faceva cocente, per cui emergeva la necessità di riempire un vuoto legislativo, che chiarisse ambiti e competenze, evitando invasioni di campo e spiacevoli forme di subordinazione professionale. In questo senso, si è presentata una possibile nuova normativa che definirebbe le estetiste "Operatori delle Scienze Bionaturali".
Rispetto al clima della giornata, posso affermare che nonostante più volte si fosse ribadito che l'intento non era quello di innescare una guerra tra professioni, spesso la terminologia usata e i toni lasciavano intravedere l'astio, la stanchezza e la noia di chi da anni cerca di raggiungere le commissioni politiche affinché si chiarisca una volta per tutte quest'annosa querelle. Ho trovato spiacevoli le interruzioni all'intervento, sicuramente ostile e contraddittorio, di Padroni da parte del pubblico e la passività dei moderatori che, a mio avviso, avrebbero dovuto intervenire per acquietare i "bollenti animi", dimostrando l'essenza delle arti che praticano, basate su empatia e ascolto. Non posso negare inoltre che, a volte, pareva non si volesse eccedere con ragioni e precisazioni per non inclinare rapporti politici. Montanini, infatti, afferma "Siamo lieti del dialogo con la Pubblica Amministrazione", e poi si palesa convinto della buona fede dei provvedimenti amministrativi che, in qualche modo, hanno portato questo Convegno proprio a Torino, evento che ha registrato la significativa assenza dei rappresentanti della città ospite.
In chiosa mi domando: se realmente fosse tutta una questione di definizione di ambiti, perché così tanto tempo nella ricerca di soluzioni? La medicina guarda e tratta il corpo dell'uomo secondo le proprie categorie di riferimento, e si occupa della definizione, della prevenzione e della cura delle malattie. Il fisioterapista fornisce servizi per recuperare, mantenere o sviluppare il movimento e le abilità funzionali, qualora siano compromesse da traumi o malattie. L'estetista si adopera per lo più nel prevenire, correggere e/o modificare gli inestetismi fisici del proprio cliente. L'operatore delle D.B.N., attraverso le proprie pratiche, alcune delle quali con fondamenti epistemologici millenari, stimola le risorse personali del soggetto, sollecita la vitalità del ricevente, migliorando la qualità della vita del soggetto. Dov'è la contraddizione? Sembra siano rispettate le riserve legislative a tutela di estetisti, fisioterapisti e medici, o no? Si tratta forse di una questione di potere? Di questioni economiche? Quanto la ricerca scientifica in questo campo può fare la differenza e accreditare queste discipline?
Inoltre in Europa lo shiatsu rientra tra le Medicine Complementari (CAM), mentre in Italia è stato escluso dalla rosa delle nove selezionate (Agopuntura e Medicina Cinese, Fitoterapia, Omeopatia, Omotossicologia, Medicina Antroposofica, Medicina Ayurveda, Medicina Tradizionale Tibetana, Chiropratica e Osteopatia). Quali i motivi?
In Austria lo shiatsu è una professione riconosciuta. Sarà forse l'Europa a risolvere la questione?

Annunziato Gentiluomo
Operatore Shiatsu Professionale
Maestro di Reiki
Giornalista pubblicista


NOTE DAL TESTO

1) COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA-III -RAPPORTI ECONOMICI - ART.35: La repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni... ART.41 : L'iniziativa economica privata è libera...
2) Ordinanza n. 149 della Corte Costituzionale - (…) a fronte del disinteresse della legge ordinaria, non ha alcuna rilevanza che la chiropratica possa essere inquadrata nello schema delle professioni, giacché, fino a quando lo Stato non riterrà di disciplinarla e di richiedere per il suo esercizio una speciale abilitazione, si tratta evidentemente di un lavoro tutelato (…).
3) Proposta di Legge sulle Professioni non Regolamentate - (…) L'esercizio della professione è libero e fondato sull'autonomia, sulle competenze e sull'indipendenza di giudizio intellettuale e tecnica, nel rispetto dei principi di buona fede, dell'affidamento del pubblico e della clientela, della correttezza, dell'ampliamento e della specializzazione dell'offerta dei servizi, della responsabilità del professionista (…).

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