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Politica e società
ITALIA
La situazione politica e sociale dello shiatsu in Italia

Una ricerca "multiscopo" dell'Istituto Nazionale di Statistica ha rilevato che circa il 15,6 % degli Italiani, quasi 9 milioni di persone, si sono rivolti, almeno una volta negli ultimi tre anni, a pratiche mediche non convenzionali. La ricerca includeva lo Shiatsu tra queste pratiche. E' verosimile supporre ( ma non statisticamente verificato , perché la ricerca non si è conclusa) che circa un quarto di questi utenti si siano rivolto allo Shiatsu almeno una volta, per un totale di circa 2,5 milioni di persone.

Anche sul numero di operatori Shiatsu professionisti non si può essere che approssimativi : sommando semplicemente quanto dichiarano le varie associazioni la cifra di 3.000 operatori appare realistica, mentre sarebbero molto più numerosi gli operatori professionisti non iscritti ad associazioni, i non professionisti o quelli privi di una adeguata formazione. Un fenomeno , quello dello Shiatsu in Italia, che ha visto una crescita e un successo tra il pubblico sempre maggiore negli ultimi 10 anni, grazie all'interesse suscitato anche dal dibattito sulle medicine non convenzionali qui come nel resto d'Europa.

Lo Shiatsu è giunto in Italia tra gli anni '60 e '70
ad opera di Rudy Palombini, medico della nazionale olimpica italiana, che introdusse il metodo Namikoshi (1965) e di Yuji Yahiro (1975). I primi operatori Shiatsu italiani praticavano quindi lo stile Namikoshi mentre lo stile Masunaga inizia a diffondersi a partire dalla fine degli anni '70. Nel 1990 si costituisce la Federazione Italiana Shiatsu (FIS) , la maggiore tra le associazioni professionali di operatori Shiatsu in Italia. Negli anni successivi le Associazioni professionali di operatori diventeranno ben 6, ciascuna delle quali riunisce gli operatori diplomati di una sola o di gruppi di scuole. Le scuole rappresentate sono circa 40, ma sono molte altre (diverse decine) le scuole di Shiatsu che offrono corsi professionali e/o amatoriali di Shiatsu e che non confluiscono in nessuna associazione. Negli anni più recenti all'associazionismo degli operatori è venuto affiancandosi l'associazionismo tra le scuole. Sono nate Associazioni come l' ASSI (Associazione Scuole Shiatsu Italiane) e la FNSS (Federazione Italiana Scuole di Shiatsu) il cui scopo sarebbe quello di fornire garanzie circa la preparazione dei formatori. Questa fitta rete di scuole , associazioni e inter-associazioni, mentre ci da ragione di una estrema vivacità del mondo dello Shiatsu in Italia, purtroppo significa anche che siamo ancora molto lontani da un vero processo di unificazione delle realtà dello Shiatsu in Italia. In Italia la pratica professionale dello Shiatsu non è regolamentata ma è possibile come "libera iniziativa". Alcune sentenze (emesse da Tribunali locali e dalla Corte Costituzionale) riconoscono, direttamente o indirettamente, l'autonomia culturale dello Shiatsu. Dal punto di vista del pubblico riconoscimento e della regolamentazione , 2 proposte di legge nazionali, nel 1996 e 1997, sono state presentate, da membri del Parlamento, per disciplinare le "professioni sanitarie non convenzionali", tra cui lo Shiatsu, "esercitate da operatori non medici". Purtroppo nessuna delle due è riuscita ad ottenere il vaglio del Parlamento.
Negli ultimi 2 anni sono state alcune Assemblee Regionali ( per effetto di una maggiore autonomia locale a legiferare sulla Salute pubblica) d occuparsi del tema e a produrre alcune interessanti proposte di regolamentazione. Su queste proposte Regionali si concentra l'interesse di operatori, scuole e associazioni per ottenere finalmente l'atteso riconoscimento.

Donato Mellone
Direttore Responsabile "Messaggishiatsu.com"

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