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Sana 2005: medicine naturali, è boom

Sempre più spesso, a medici e farmacisti,vengono richieste informazioni su prodotti biologici e integratori alimentari. Gli esperti confermano: fiducia e soddisfazione nelle nuove tecniche terapeutiche


BOLOGNA – Gli italiani amano sempre di più integratori alimentari, medicine alternative, prodotti biologici. Spesso si informano su prodotti e terapie di cui hanno sentito parlare, un po' per effettivo interesse, un po' per provare altre cose rispetto alla medicina tradizionale.
Una cosa è certa, in queste tecniche e prodotti dimostrano sempre più fiducia e soddisfazione, come confermano sei esperti su dieci.

Ma quanto ne sanno veramente?
Di fatto per 7 esperti su 10 il livello di conoscenza deve ancora migliorare, c'è insomma ancora un po' di confusione, anche perché spesso si basano su quello che vedono in Tv e sui consigli di amici e parenti. Dati confermati da un test: se molti dimostrano ormai di avere le idee chiare, non mancano errori e strafalcioni.
Per il 31% degli intervistati l'omeopatia (utilizzata abitualmente da oltre l'8% della popolazione) è un metodo di cura che utilizza la telepatia, mentre i fiori di Bach, la base della floriterapia, altro non sono che fiori usati per le tisane dal famoso musicista Johann Sebastian Bach (37%).
Il 32% del campione, poi, pensa che la pappa reale sia «un afrodisiaco naturale, creato per il Re Sole», e l'Aloe Vera, per alcuni intervistati, è un ammorbidente usato in detersivi e creme di bellezza. I dati fanno parte di uno studio promosso dall'Osservatorio Federsalus (Federazione Italiana che riunisce le aziende produttrici di prodotti salutistici) e realizzato attraverso 90 interviste ad esperti (medici, nutrizionisti e farmacisti) e 250 test su italiani (60% donne e 40% uomini, in base a chi si avvicina in media a medicine alternative, ai prodotti bio e all'utilizzo degli integratori).
Lo studio – presentato a Bologna nell'ambito del salone Sana – è stato condotto per verificare il grado di conoscenza di prodotti, tecniche e terapie ormai entrate nell'uso comune e di cui i media parlano con grande frequenza.
«Ci troviamo di fronte ad uno scenario estremamente rilevante – sottolinea Renato Minasi, Presidente di Federsalus – 10 milioni e 600 mila persone acquistano prodotti e servizi dedicati al wellness. È boom per integratori alimentari, che hanno raggiunto un valore del fatturato globale di circa 860 milioni di euro (con oltre 80 mln di confezioni vendute), con un incremento che nel solo giugno ha fatto registrare +17% sul giugno 2004 (dati Ac Nielsen). Cresce il ricorso a medicine alternative, con un altissimo grado di soddisfazione e fiducia sull'efficacia. Chiaramente si tratta di un fenomeno relativamente nuovo, che richiede tempo per essere assimilato, normale quindi che ci siano ancora errori da parte del pubblico».
Gli italiani, quando si rivolgono a medici e farmacisti, sempre più spesso chiedono informazioni su prodotti, terapie alternative e integratori.
A dirlo è il 47% degli esperti, cui si aggiunge il 21% che dice che più di una volta è capitato. Ma quali sono i motivi che spingono sempre più italiani a rivolgersi alla medicina alternativa e utilizzare prodotti naturali o integratori? In molti casi, dice il 58% degli addetti ai lavori, si tratta di un effettivo interesse e convinzione della loro utilità.
Per il 46% si tratta in molti casi di curiosità, ma anche la sempre maggior ricerca del benessere che fa sì che ci si rivolga a tutto ciò che il mercato offre (37%), cui si aggiunge una sorta di sfiducia nei confronti della medicina tradizionale (34%).
Quando però si parla di nuove tecniche, come è accaduto per lo shiatsu, spesso ad influire contribuisce la moda del momento (29%). In generale, poi, che tipo di atteggiamento hanno gli italiani nei confronti di medicine alternative, integratori, prodotti naturali?
Al primo posto sicuramente c'è un atteggiamento entusiastico (63%), di speranza, che finalmente possano essere risolti piccoli e grandi problemi che magari li affliggono da anni e di grande fiducia (49%). Nessuno scetticismo o sospetto?
Sì, dice il 38%, ma riguarda una parte molto esigua di persone, così come sono in pochi ad averne “paura” (come sostiene il 32%).
Secondo il 47% degli esperti però serve ancora più informazione. Il 23% lo conferma dicendo che ancora c'è chi ne sa poco, e che c'è chi si affida al sentito dire.
Solo il 12% è convinto che ci sia fin troppa informazione.
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