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Corriere della sera del 21/10/00

I vescovi contro la medicina alternativa

Documento CEI mette in guardia dai rischi di pratiche occultistiche. L'ordine dei medici: fanno un gran calderone di tutto.

Anche omeopatia a agopuntura sotto accusa: "Ispirate a filosofie incompatibili con la fede" MILANO- Avvertenze d'uso: la medicina alternativa può essere dannosa per il corpo e per lo spirito di un buon cattolico. L'ultimo capitoletto di un foglietto illustrativo reciterebbe così. Ma non di una paginetta d'istruzioni allegata a un medicinale si sta parlando, bensì del nuovo documento dell'Ufficio nazionale della CEI (la Conferenza episcopale italiana) per la pastorale della sanità che richiama alla cautela sull'uso delle terapie alternative che allontanano da quelle "più tradizionali ma di comprovata efficacia". Al bando nell'ordine: "Erboristeria, agopuntura, omeopatia, reflessologia, iridiologia, pranoterapia, reiki, shiatsu". Un avvertimento destinato a sollevare un bel polverone visto che un italiano su quattro si cura con 1'"altra" medicina.
E la preoccupazione dei vescovi va oltre il problema se queste terapie siano o meno efficaci (le cataloga semplicemente come "prassi mediche non fondate su riscontri di anatomia, fisiologia, patologia a terapia")a tocca 1'argomento del coinvolgimento che, invece, hanno con filosofie orientali "non compatibili con la fede cattolica a qualche volta persino accompagnate da pratiche occultistiche". Alle istituzioni sanitarie cattoliche viene quindi consigliato "rigorosa" prudenza prima di inserire queste terapie nelle strutture. Non senza un esame di coscienza: forse la causa di tutto sono le "non adeguate applicazioni della medicina allopatica"? "È ormai infatti evidente che la variabilità individuale alla risposta ai farmaci - continua il documento - è elevata". Un invito quindi alla medicina tradizionale di ritornare a tenere conto del1'individuo. E uno più che stupefatto Giancarlo Buccheri, coordinatore del Comitato per la difesa del1'omeopatia, comincia proprio da quest'ultima considerazione per ribattere: "La CEI dovrebbe occuparsi proprio di questo a chiarire se non è la CUF a spingere i medici a prescrivere le stesse medicine senza tenere conto delle personalità". Buccheri è un fiume in piena: "Per non parlare delle sperimentazioni cliniche che considerano 1'uomo alla stessa stregua degli animali". Sull'aver tirato in ballo 1'omeopatia la difesa rimanda alla storia: "L'omeopatia è usata da medici. Non ci sono parole per averla accomunata con terapie paramediche". In aiuto all'omeopatia e all'agopuntura arriva pure il presidente dell'Ordine dei medici, Aldo Pagni: "Sbagliato da parte della CEI fare un gran calderone. Ma, per il resto, tutto è comprensibile: dal mettere in guardia da magie a suggestioni, al puntare il dito su una medicina allopatica che dà più ascolto alla tecnologia che ai pazienti". "È stata proprio la medicina scientifica - rincara Roberto Antonangeli, responsabile per il Lazio della Federazione Italiana Shiatsu - a non convincere più, per gestione a terapie esagerate. Nello shiatsu, comunque, non c'è nessun richiamo a tecniche occultistiche e non aderiamo a nessuna filosofia. Certo, prendiamo i risultati, ma solo ì risultati, di studi zen di una terapia manuale a indirizzo psicoterapeutico, ma non è necessario a risalire a chi ha concepito queste tecniche. E non conosco nessuno che è diventato buddista attraverso lo shiatsu né, tantomeno, ha abbandonato la fede cattolica se era un credente". In difesa dell'iniziativa della CEI si schiera il professor Romano Forleo, membro del Comitato nazionale bioetico: "Fa bene la Chiesa a richiamare un mondo di fronte agli sconvolgimenti della tecnologia da una parte e all'avvento di nuove streghe dall'altra".

Paola Pollo: A questo articolo si sono registrate alcune reazioni. Pallida o assente quella delle Federazioni di Shiatsu,Yoga, e altre , si è invece avuta la decisa presa di posizione delle Associazioni mediche di Agopuntura e Omeopatia.


Di seguito Vi forniamo un'interessante articolo apparso sul sito della Scuola di Medicina Omeopatica di Verona e la reazione inviata per lettera della Società Italiana di Medicina Omeopatica: Corriere della sera del 09.01.2001

I vescovi contro la medicina alternativa

Sabato 21 ottobre 2000 il Corriere della Sera ha pubblicato, a pag. 17, un articolo dal titolo: "I Vescovi contro la medicina alternativa", dando anche risalto alla notizia con un trafiletto in prima pagina. Questo servizio, che sembra riferire di un'inedita crociata della C.E.I. nel campo della Sanità, ha sollevato notevoli reazioni da parte dei cultori delle discipline non convenzionali (Federazione italiana shiatsu, Comitato per la difesa dell'omeopatia e altre Società omeopatiche, Società italiana di agopuntura) ed anche da parte della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, il cui Presidente avrebbe dichiarato, fra l'altro (stando alla citazione del Corriere): "Sbagliato da parte della C.E.I. fare un gran calderone".
In realtà si tratta di un documento dell'Ufficio Nazionale C.E.I. per la pastorale della sanità del 7 luglio 2000, di cui solo un punto (il 10° su 41) è dedicato al problema delle "medicine non convenzionali" (termine usato nel documento e di gran lunga più corretto di quello adottato dal Corriere di "medicina alternativa"). Oltre al fatto che il documento della C.E.I. ha carattere, tono e significato assai diversi da quelli manifestati nell'articolo citato, vengono riportate citazioni decontestualizzate e parzialmente artefatte con lo scopo evidente di far credere che la Chiesa voglia squalificare in blocco tutto quel vasto campo della medicina. Seguono alcuni esempi che chiariscono e dettagliano la scorrettezza dell'articolo del Corriere:
1. nel documento citato le medicine non convenzionali vengono definite "prassi mediche non fondate su riscontri di anatomia, fisiologia, patologia e terapia propri della medicina occidentale", definizione che è un po' troppo generica ma sostanzialmente chiara e accettabile; dal Corriere tale definizione è riportata omettendo le ultime quattro parole: ovviamente, ciò induce nel lettore la convinzione che, per la C.E.I., le medicine "alternative" siano prive di qualunque fondamento.
2. nel documento è manifestata una preoccupazione pastorale per "il problema del possibile coinvolgimento, da parte di alcune di esse, con filosofie orientali difficilmente compatibili con la fede cattolica e qualche volta persino accompagnate da pratiche occultistiche". Tale problema viene estrapolato dal Corriere a tutte le medicine alternative: "Anche omeopatia e agopuntura sotto accusa: ispirate a filosofie incompatibili con la fede"…"la medicina alternativa può essere dannosa per il corpo e per lo spirito di un buon cattolico"…"al bando nell'ordine: erboristeria, agopuntura, omeopatia, reflessologia, iridologia, pranoterapia, reiki, shiatsu". È evidente che un simile travisamento della materia può ottenere simultaneamente un duplice risultato: far sì che i cattolici si allontanino dalle medicine non convenzionali e, d'altra parte, far sì che chi si cura con successo mediante terapie non ufficialmente riconosciute (un numero crescente di cittadini) perda fiducia nella Chiesa che sarebbe responsabile di incompetenza e di ingerenza indebita nelle questioni mediche.
3. del documento della CEI non vengono riportati gli spunti di apertura alle medicine non convenzionali ("… la Chiesa deve sentirsi fortemente interpellata ad approfondire il problema, acquisendo la necessaria competenza per un sicuro discernimento, nel rispetto della metodologia scientifica che riconosce nella medicina una scienza sperimentale") ma solo alcune generiche affermazioni sulla variabilità individuale ai farmaci e sulle non adeguate applicazioni della medicina allopatica.
4. Nonostante siano stati riportati alcuni interventi critici nei confronti del documento C.E.I., la frase finale ad effetto è la seguente (attribuita ad un membro del "Comitato nazionale bioetico"): "Fa bene la Chiesa a richiamare un mondo di fronte agli sconvolgimenti della tecnologia da una parte e all'avvento di nuove streghe dall'altra". Il richiamo alle streghe chiarisce finalmente chi fa di ogni erba un fascio (da .. bruciare!): non è il documento che ha originato il caso, ma lo stesso articolo del Corriere.
Le principali medicine non convenzionali (per cui nel mondo anglosassone si usa anche il termine "complementari") sono oggi al vaglio della scienza ed alcune di esse hanno ricevuto significative conferme sotto forma sia di studi clinici controllati sia di ricerche a riguardo del meccanismo d'azione, pubblicate da riviste scientifiche internazionali di primo piano (per una rassegna aggiornata vedi il libro recentemente pubblicato dall'Osservatorio per le Medicine Complementari di Verona: A.A.V.V., "Le medicine complementari. Definizioni, applicazioni ed evidenze scientifiche disponibili", UTET Periodici, Milano, 2000). Presso il Ministero della Sanità sono attive due Commissioni incaricate di studiare l'argomento ai fini della registrazione ufficiale dei medicinali e della regolamentazione delle qualifiche professionali. Non occorre essere esperti della materia per sapere che né l'erboristeria, né l'omeopatia hanno alcunché da spartire con le filosofie orientali e per sapere che fitoterapia, omeopatia ed anche medicine di origine orientale sono oggi utilizzate, anche nell'ambito di strutture sanitarie pubbliche, per quello che possono valere a scopo terapeutico e non per propagandare filosofie o pratiche occultistiche. Con ciò non si vuole negare che il pericolo di strumentalizzazioni filosofiche, religiose o semplicemente commerciali sussista realmente.
La delicatezza dell'argomento, sul piano sia medico-scientifico sia etico, raccomanderebbe maggiore prudenza e maggiore competenza nel dare informazioni al pubblico.


Paolo Bellavite (Università di Verona, membro della Commissione Ministeriale per i medicinali omeopatici)


(sul Sito della Scuola di Medicina Omeopatica di Verona del 07.11.2000) SOCIETA' ITALIANA DI MEDICINA OMEOPATICA
UFFICIO DI PRESIDENZA


Dr. CIRO D'ARPA Via Libertà, 103 90143 Palermo Tel e Fax: 091.6254810 E-mail interno: omiopa@tin.it
E-mail esterni: labet@tin.it
Al direttore ed al comitato di redazione del Corriere della Sera.
e, p.c., alla Direzione della C.E.I.

Oggetto: articolo riguardante l'omeopatia su Corriere Economia di lunedì 16 ottobre u.s., articolo "I vescovi contro la Medicina Alternativa" sul Corriere di sabato 21 ottobre u.s. Palermo, 26 ottobre 2000
Rispettabili Signori,
1. L'articolo primo in oggetto è sicuramente lesivo nei confronti dell'omeopatia, dei medici che la praticano e dei pazienti che si curano con questa medicina.
In tale articolo sono contenute affermazioni scientificamente inesatte, mistificanti e tendenziose.
E' palese l'intenzionalità del danno poiché la semplice incompetenza del redattore, da sola, non giustifica il motivo del risalto redazionale dato al riporto di una notizia di basso profilo, né l'imbastitura, su tale notizia, del discorso diffamatorio.
Nello specifico:
L'articolo trae spunto da una notizia di scarso significato, quale l'opinione del segretario di un'associazione statunitense avversa all'omeopatia, che critica proditoriamente una disposizione di legge italiana, la quale proroga il commercio di una categoria di medicinali, i quali sono attualmente in commercio anche negli U. S., con l'approvazione della FDA, e secondo norme analoghe a quelle vigenti in Italia!
Questa opinione, ripetiamo di bassissimo profilo e francamente risibile, viene poi amplificata citando le affermazioni di due autori pubblicisti statunitensi ancor più "di parte".
Vengono poi forniti dati più che approssimativi e fuorvianti sull'omeopatia e, finalmente, delle "fonti scientifiche". Ma, queste ultime, si fermano inspiegabilmente al 1995, risultando cioè "scientificamente superate". Risulta pertanto palese che, nella citata costruzione redazionale, vengano meno l'obbiettività e la neutralità dell'informazione. E vengano altresì presentate come ragioni di scienza delle franche inesattezze. Vi è, in realtà, una distorsione dell'informazione tesa a suggestionare l'opinione pubblica e ad allontanare, direttamente ed indirettamente, i pazienti da una delle forme di terapia più diffusa e corroborata su scala planetaria. Richiediamo pertanto che, a rettifica dell'informazione fornita, venga dal vostro giornale pubblicata la lettera in allegato, integralmente, e con pari rilievo redazionale di quella in oggetto. Fatta salva ogni nostra rivalsa per danni diretti ed indiretti.

2. A distanza di cinque giorni dal precedente articolo diffamatorio, il vostro giornale pubblica un altro articolo dall'eloquente titolo "I Vescovi contro la medicina alternativa", che sembra riportare la notizia di un'inedita crociata della C.E.I. nel campo della Sanità. In realtà si tratta di citazioni, decontestualizzate e parzialmente artefatte, recuperate da un documento pastorale di quattro mesi fa (7 luglio 2000) che ha carattere, tono e significato assai diversi da quelli manifestati nell'articolo.
Desideriamo vivamente che la Spettabile Direzione della CEI, che ci legge p.c., esprima in merito alla vostra iniziativa redazionale il suo parere, sottraendosi all'uso strumentale passivo al quale detto articolo la offre verso l'opinione pubblica. In questo caso la pretesa "neutralità" del vostro mezzo informativo diventa addirittura una copertura per confondere la coscienza morale e religiosa dei lettori e, nel contempo, facile mezzo di propaganda anticlericale per chi ne abbia interesse. Distintamente, La Società Italiana di Medicina Omeopatica.

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