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REPORTAGE

Uno shiatsuka al Master all'Università

di Annuziato Gentiluomo



Come uno shiatsuka-sociologo ha vissuto il Master in "Sistemi Sanitari, Medicine Tradizionali e Non Convenzionali" dell'Università di Milano-Bicocca.

 

 

 

 

Spesso si inizia a fare shiatsu per soddisfare un bisogno personale, come se una voce ti dicesse: "È ora che prenda un po' di tempo per te. Provaci… Mettiti in gioco. Gioca un po' col tuo corpo…". La frenesia della vita di oggi e i suoi ritmi concitati ci impediscono di prenderci il nostro spazio, di rimanere per qualche tempo in un ascolto sincero, e la mancanza di questo spazio sacro ci porta a salire su un treno che si ferma proprio davanti a noi, spesso rappresentato da un corso di Reiki, di Yoga o di Shiatsu. Saliti sul treno dello Shiatsu, in particolare, ad un certo punto "i duri iniziano a giocare" e ci si trova tra le mani una magnifica pratica a mediazione corporea, la cui efficacia è indiscutibile rispetto al miglioramento della qualità della vita dell'operatore e del ricevente. Ti diplomi, poi continui la tua formazione… e inizi a lavorare, cercando di trovare il canale giusto per raggiungere un bacino di clienti che ti permetta di vivere di questo.
Spesso è difficile, soprattutto in questo momento storico che obbliga le famiglie a tagli anche sui beni di prima necessità, nonostante la salute lo sia e come. Il problema è che una cultura dell'attenzione al proprio sé e alla prevenzione ancora non è molto radicata nel "bel Paese".
A volte però si sente il bisogno di tenere aperte più porte, non solo per necessità, e capita, come nel mio caso, di continuare a insegnare, a fare ricerca e continuare a formarsi anche a livello accademico. Infatti, dopo il dottorato in Scienze e Progetto della Comunicazione, l'anno scorso mi sono buttato in un'altra avventura che ha avuto risvolti molto interessanti. Ho frequentato, presso l'Università di Milano-Bicocca, il Master di primo livello in "Sistemi Sanitari, Medicine Tradizionali e Non Convenzionali".
Finalmente anche io, nonostante non fossi medico, potevo accedere a una formazione superiore post laurea nell'ambito che mi risuona di più, quello appunto dei saperi tradizionali di cura.
Il Master in questione, frutto di un progetto congiunto dell'Osservatorio e Metodi per la Salute (OsMeSa) (prof.ssa Mara Tognetti Borgogna) e dell'Associazione per la Medicina Centrata sulla Persona ONLUS (dott. Paolo Roberti di Sarsina), ha avuto come focus uno studio comparato dei Sistemi Sanitari e, in questa sede, ha fatto breccia il concetto di Medicina Tradizionale accanto a quella di Non Convenzionale, che in qualche modo rappresenta la logica di integrazione e soprattutto la possibilità di ingresso delle MT/MNC nel settore pubblico e privato. Inoltre l'obiettivo del master era quello di creare la figura del Manager della nuova sanità, integrata, con competenze interdisciplinari al fine di inserirlo all'interno del Sistema Sanitario (nazionale e/o regionale) e del più ampio contesto del Sistema per la Salute. Il master, infatti, ha offerto"ai partecipanti strumenti di conoscenza teorici e operativi utili alla formazione di figure professionali in grado di integrare gli aspetti gestionali ed economici con quelli clinico assistenziali e delle diverse medicine. Fornisce strumenti di analisi quantitativa e qualitativa legati ai temi della salute, finalizzati alla progettazione e alla valutazione dei sistemi per la salute, a livello regionale, nazionale e internazionale, nonché allo studio delle disuguaglianze di salute". Ha conferito "competenze volte ad affrontare il tema della salute, della medicina centrata sulla persona, delle Medicine Tradizionali e Non Convenzionali e dei sistemi di salute su base antropologica" Ha accresciuto "professionalità e competenze per migliorare la gestione delle Aziende Sanitarie, delle Aziende Ospedaliere, degli istituti di cura, dei centri di benessere, in linea con la nuova domanda di cura". Ha fornito "strumenti per lo sviluppo di competenze di tipo manageriale nei ruoli chiave della pianificazione, programmazione, controllo valutazione e ricerca, all'interno della complessa gestione dei servizi sanitari di cura e di ricerca".
Faceva proprio per me: coniugava il mio interesse per le Medicine Tradizionali e Non Convenzionali, la passione per la ricerca sociologica e la mia "verve" organizzativa.
Presento la domanda di accesso e alla selezione arrivo primo e vinco la borsa di studio di 3.000 euro che copra l'intera retta di partecipazione al corso. Era un ulteriore segno del fatto che dovessi frequentarlo.
Quindi tutti i venerdì, dal 7 ottobre al 15 giugno, mi sveglio alle 4.30, esco di casa alle 5.07, prendo il bus 68 per la stazione alle 5.16 e quindi il treno per Milano Centrale da Torino alle 5.50. Da Milano il bus 87 fino all'U6 dell'Università Bicocca, al primo piano, nella stanza 25, e vi rimango per circa 8 ore. La sera, verso le 21.00, faccio ritorno a Torino. Un impegno e una fatica non da poco, ma devo dire che ne è valsa la pena.
Gli argomenti sono stati svariati, e fra questi: l'analisi dei sistemi sanitari dei vari stati e di quelli regionali italiani sia dal punto di visto economico che sociologico; il risk management a livello sanitario; la relazione medico-paziente; le nove medicine tradizionali e non convenzionali, definite così nel nostro Paese (Agopuntura, Fitoterapia, Medicina Omeopatica, Omotossicologia, Medicina Antroposofica, Farmacoterapia Tradizionale Cinese, Ayurveda, Medicina Tradizionale Tibetana, Medicina Manuale, Chiropratica e Osteopatia). Poi visite didattica a realtà di settore e a industria di farmaci omeopatici e lavori di gruppo.
Un anno arricchente ed emozionate anche perché mi ha offerto la possibilità di confrontarmi con persone lontane da me per profili culturali, professionali, età e modi di vedere le MT/MNC. E mi ha fatto riscoprire la passione per la ricerca accademica, che pensavo ormai sepolta. Sotto l'attenta guida della direttrice del master, la prof.ssa Mara Tognetti Bordogna, ho realizzato la prima mappatura italiana dell'offerta formativa dell'Università in Medicine Tradizionali e Non Convenzionali, che si sta convertendo in un articolo internazionali che stiamo scrivendo a tre mani.
Dopo la discussione della tesi, tornato a casa ho scritto un e-mail, di cui riporto alcuni stralci:

"Carissimi tutti,
sento di voler condividere con voi un profondo stato di gratitudine...
Tornato a Torino, ho ripensato al nostro viaggio di questo anno insieme, uniti dal Master in "Sistemi Sanitari, Medicine Tradizionali e Non Convenzionali".
Rivivo il clima di oggi, l'accoglienza di un gruppo che ha saputo valorizzare le diversità e apprendere da queste.
(…)
Dai primi confronti/scontri (verbali) molto accesi, ne abbiamo fatta di strada, grazie alla disponibilità che ciascuno di noi ha avuto e la fiducia che reciprocamente ci si è dati. Questo anno insieme è stato un laboratorio alchemico, trasformante. Tutti siamo cambiati mantenendo intatta la propria specificità. Abbiamo anche espresso creativamente tante idee e buttato le basi per diversi progetti... Vogliamo lasciarli lì o vogliamo realizzarli?
(…)
Il master è stato una scommessa per tutti... e ognuno di noi ha la responsabilità di farlo fruttare in noi e proporlo anche ad altri affinché una "forma mentis" nuova e aperta si faccia strada con fierezza.
(…)
Un enorme abbraccio e... per cambiare realmente qualcosa, dobbiamo costruire un modello nuovo che renda la realtà obsoleta... e questo modello possiamo costruirlo solo se facciamo rete... solo insieme... ciascuno nei propri contesti e con le proprie competenze...
(…)
Ancora grazie!
Nunzio".

E perché un articolo come questo dovrebbe trovare spazio in una rivista di shiatsu? Sicuramente non per celebrare l'autore o per dare risalto ad un'esperienza personale. Il senso sta nell'importanza della formazione e di quanto sia fondamentale in un'ottica di sinergia tra saperi e professionalità. Quello che vi ho riportato è un esempio chiaro che testimonia che qualcosa si sta muovendo. Anche l'Accademia inizia a interessarsi, in qualche modo, al nostro mondo, e percorsi formativi come questo possono convertirsi in agorà aperte, dove possa essere valorizzata la diversità, stimolata la creatività e creato un ponte nel percorso di legittimazione di sistemi di cura altri, a cui ricorrono sempre più persone. La grande sfida è propria l'interazione costruttiva delle professionalità, che parte dalla conoscenza dei reciproci confini, sinergia a vantaggio dell'utente. Il master in "Sistemi Sanitari, Medicine Tradizionali e Non Convenzionali", in tal senso, ha dato un importante contributo e sta partendo per la sua seconda edizione. I termini per la presentazione della domanda sono stati prorogati al 21 settembre alle ore 12. Se hai almeno una laurea triennale, facci un pensiero. Penso sia una formazione che non può che arricchire il tuo curriculum vitae di operatore shiatsu professionale.
Annunziato Gentiluomo

 

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